Rifeo: Un'Immagine della Giustizia, Roma, e Dante
Abstract
Nonostante le tante storie incredibili e i personaggi notevoli che Dante avrebbe potuto
scegliere di salvare dall’Eneide, come ad esempio Enea, Dante sceglie Rifeo, un uomo
apparentemente irrilevante. Tutto che Dante sapeva di Rifeo era che lui era un soldato
di Troia che è caduto durante il sacco notte di Troia, secondo una linea dell’Eneide.
Tuttavia, è nella mancanza di significato apparente di Rifeo dove il suo significato
immenso si trova. Dante non poteva salvare Enea e trasmettere lo stesso messaggio
che fa a salvare Rifeo. Enea ha già troppa importanza, mentre Rifeo può rappresentare
più di se stesso. Rifeo è quello che Dante vuole che lui sia, e Dante sceglie di identificarlo
come il soldato di Troia più giusto, e un modello per gli altri Troiani. La pulsione
di Dante per salvare un soldato giusto di Troia è dovuta alla sua venerazione per
Roma, che è stata fondata dai Troiani. Dante vide in Rifeo le qualità che tutti i
cavalli di Troia dovrebbero avere come i fondatori di Roma. Dante ha visto i Troiani,
e più in particolare Rifeo, come divini prima della entità di divinità, perché i Troiani
sono gli antenati a Roma, che è il luogo più divino. Pertanto, la salvezza di Rifeo
funge per rafforzare la divinità di Roma.
Type
Honors thesisDepartment
Romance StudiesPermalink
https://hdl.handle.net/10161/7030Citation
Niculescu, Lauren (2013). Rifeo: Un'Immagine della Giustizia, Roma, e Dante. Honors thesis, Duke University. Retrieved from https://hdl.handle.net/10161/7030.Collections
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